Il World Press Freedom Index 2017 redatto da Reporters Sans Frontieres (RSF) è chiaro: abbiamo raggiunto l’era della post-verità, della propaganda e della soppressione delle libertà. Specie nelle democrazie.
Sconfortante: non vi sono altri termini per commentare il World Press Freedom Index 2017.
Rapporto mondiale sulla libertà di stampa: è finita. Ha vinto la postverità, addio democrazia: Condividi il Tweet
Il quadro, redatto annualmente da Reporters Sans Frontieres (RSF), è chiarissimo: it’s over.
Hanno perso le democrazie, hanno vinto i poteri e gli uomini forti.
E’ ormai stata raggiunta l’era della post-verità, dove a farla da padrone è la menzogna.
Propaganda e soppressione della libertà dominano incontrastate.
WORLD PRESS FREEDOM INDEX 2017: I DATI NEL MONDO
Il report mette in evidenza fattori pericolosi e affatto incoraggianti.
Nel mondo vi è il pericolo di un ribaltamento nello stato della libertà dei media, soprattutto nei principali Paesi democratici.
La libertà di stampa nelle democrazie, in sostanza, è in caduta verticale.
The rate at which democracies are approaching the tipping point is alarming for all those who understand that, if media freedom is not secure, then none of the other freedoms can be guaranteed. Where will this downward spiral take us? (La velocità con cui le democrazie si avvicinano al punto di ribaltamento è allarmante per tutti coloro che capiscono che, se la libertà dei mezzi non è sicura, nessuna delle altre libertà può essere garantita. Dove ci porterà questa spirale in discesa?)
Dove la libertà di stampa non è garantita, possono esserci altre libertà?
La risposta è no e si evince dal declino di quei paesi considerati in precedenza virtuosi.
In classifica scendono paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Cile e Nuova Zelanda.
I motivi: l’ossessione alla sorveglianza e le violazioni del diritto alla riservatezza delle fonti.
Tutte libertà che, in un paese democratico, dovrebbero essere garantite.
L’ITALIA: MIGLIORAMENTO INGANNEVOLE
Secondo Reporters Sans Frontieres (RSF) il caso dell’Italia è ingannevole.
Nel World Press Freedom Index 2017 il nostro paese (ora 52°) sale di 25 posti, ma la libertà di stampa non migliora affatto.
Il balzo è dovuto solamente all’assoluzione di alcuni dei protagonisti del caso VatiLeaks 2.
Tra essi vi erano infatti due giornalisti italiani: Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi.
Il Tribunale del Vaticano si era dichiarato incompetente per difetto di giurisdizione a giudicarli.
Ma l’Italia resta uno dei paesi europei in cui tanti giornalisti sono minacciati.
MINACCE E INTIMIDAZIONI ALL’ITALIANA
In Italia il livello di violenza contro i giornalisti è allarmante.
Le intimidazioni non si fermano a quelle verbali, ma giungono a quelle fisiche.
Le minacce sono all’ordine del giorno soprattutto “perché – si legge dal rapporto – i politici come Beppe Grillo del Movimento delle Cinque Stelle non esitano a disprezzare pubblicamente i giornalisti che non amano”.
I giornalisti sono sotto pressione dai politici e molti di loro optano per censurarsi.
Oggi in Italia sono sei i giornalisti sotto la protezione della polizia a causa delle minacce di morte ricevute da gruppi mafiosi e bande criminali locali.