Covfefe è solo l’ultima delle gaffe che Trump ha commesso a livello mediatico. E ora che anche il suo direttore della Comunicazione si è licenziato, che cosa dobbiamo aspettarci?
E’ già virale e impazza sui social di tutto il mondo.
Covfefe, la parola incomprensibile a tutti.
Forse anche allo stesso Donald Trump, che l’ha twittata.
Lo ha fatto con il favore delle tenebre, a mezzanotte.
Roba da far accapponare la pelle nel vero senso della parola.
#Trump twitta una parola incomprensibile e manda KO la #comunicazione: Condividi il Tweet
COVFEFE: IL TWEET INCRIMINATO
Avevo già parlato dell’importanza che la comunicazione riveste per Trump.
Non potevo però immaginare fosse così poco attento.
Tanto da sfuggire al controllo e al buon senso.
Premesso che una svista possa accadere.
Che a quei livelli l’adrenalina e la tensione siano elevatissimi.
E che non sempre i comunicatori vengono ascoltati da chi li assume.
Premesso tutto ciò… sei pur sempre il Presidente degli Stati Uniti!
L’uomo più potente del mondo.
E non puoi giocare con gli smartphone come un adolescente.
Da uomo più potente del mondo a zimbello di tutto il mondo.
Il passo è stato breve, i social sono impietosi.
Più sei un personaggio, più sei esposto, più sei atteso al varco.
Per questo è fondamentale dotarsi di uno staff di comunicazione.
Ed è altrettanto costruttivo ascoltarlo, senza fare i gradassi.
LE DIMISSIONI DEL CAPO COMUNICAZIONE
A soli tre mesi dall’aver assunto l’incarico, Mike Dubke ha dato forfait.
Lo ha fatto – dice – per ragioni personali.
Ma i dubbi aumentano, visti gli ultimi strafalcioni di Trump con i media.
Si sapeva che Dubke non fosse la prima scelta del presidente.
L’incarico era stato affidato a Jason Miller, dimessosi appena 48 ore dopo.
A quel punto era stato l’addetto stampa Sean Spicer a farne provvisoriamente le veci.
Poi l’arrivo di Dubke, esperto di comunicazione politica.
Che però non è riuscito a impedire a Trump di giocare con lo smartphone.
Specie a tarda notte o nelle prime ore del mattino.
Momenti cruciali, nei quali è bene ponderare ciò che si scrive.
E concordarlo sempre con lo staff della comunicazione.
Perché comunicare non è solo marketing e non può farlo chiunque.
Occorrono basi, esperienza e attenzione.
MA ALLA FINE CHE COSA VOLEVA SCRIVERE TRUMP?
Se lo sono chiesti in molti.
Anche perché il tweet non è stato cancellato subito.
Segno che – forse – il presidente sarà stato vinto dal sonno.
E quel che resta del suo staff di comunicazione si sia accorto solo l’indomani.
O forse se n’è accorto lui stesso.
La parola che Trump presumibilmente intendeva scrivere era “coverage”.
La frase sarebbe dovuta suonare più o meno così:
“Nonostante la costante copertura negativa della stampa”
Stamane, dopo aver cancellato l’assurdo tweet, Trump ha rilanciato.
Lo ha fatto sostituendo il tweet con un altro recante questo messaggio:
Who can figure out the true meaning of "covfefe" ??? Enjoy!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) May 31, 2017
Fossi in Trump, a questo punto twitterei stanotte: “Covfefe to everybody!”
Sarebbe un modo perfetto per sovvertire definitivamente il crisis.