Alberto Maieli/ Giugno 29, 2017/ Comunicazione/ 0 comments

Poche parole in libertà, duemila follower fedeli, molti altri che li seguono senza dichiararlo: è il gruppo di GialloParma, felice esempio di satira che va a braccetto con la comunicazione… e finisce col farsela. Breve intervista semi-seria con il collettivo parmigiano che diverte, fa riflettere – e ad alcuni pure incazzare – su Twitter.

A volte le interviste è meglio farle via mail... specie con GialloParma!

La richiesta a GialloParma per un’intervista di persona non ha avuto l’esito sperato / foto: Comunicazione Social Media

La Comunicazione può avere molteplici facce.

La loro è probabilmente quella da glutei.

Il riferimento è a GialloParma, collettivo social anonimo.

Se volete saperne di più su di loro, suggerisco due articoli.

Il primo firmato Christian Donelli su ParmaToday (2013).

L’altro dei colleghi de La Repubblica Parma l’anno scorso.

Volevo incontrarli per parlare dell’argomento.

Loro mi hanno concesso una intervista via mail.

Non è Lercio, è GialloParma

Il collettivo anonimo GialloParma: identità celate d’obbligo per la loro satira / foto: La Repubblica Parma

IL MODELLO-GIALLOPARMA: RACCONTARE L’INDICIBILE

Poche parole in libertà, duemila fan fedeli.

E molti altri che li seguono senza dirlo apertamente.

Questo mi ricorda un altro personaggio con cui ho chiacchierato.

Comunque, a 4 anni dal progetto, GialloParma è un successo.

Un felice connubio di satira che va a braccetto con la Comunicazione.

E – mi si perdoni la battuta – finisce col farsela.

Parto dalla domanda più ovvia: come nasce il tutto.

Anche loro partono dall’inizio… dal I secolo D.C., credo.

Mi spiegano che la satira ha origini antichissime.

Che il suo potere è per sua natura letale, ma anche comico.

“Il ruolo della satira non sarà certo di antidoto. 

Ma di “pungolo” sì. Una specie di antistaminico”.

Aggiungono che, un tempo, i potenti erano temuti e rispettati.

E che oggi intorno a loro crescono insofferenza e disgusto.

Tutto ciò li spinge ad arroccarsi ancora di più.

Da qui il modello-GialloParma: raccontare l’indicibile.

IDENTITÀ NASCOSTA COME CONDIZIONE NECESSARIA

Faccio notare loro che alcuni li vedono come dei matti.

Mentre per altri rappresentano una vera e propria case-history.

E chiedo loro: dove sta la verità? Chi sono davvero i membri di GialloParma?

Ah la verità… Sai cosa dicevano Deleuze e Guattari? Che la verità è la sublimazione dell’incertezza.

Mi portano l’esempio di un amplesso tra due fidanzati.

Sottolineando di quando la voce interiore invita l’uomo alla prudenza:

Ecco, quel tarlo lì è la nostra case-history. Peraltro è curioso il fatto che tanti si domandino chi siamo. Cosa conta davvero, chi siamo o quel che diciamo?
La #satira incontra la #comunicazione... e se la fa! Intervista semi-seria a @GialloParma: Condividi il Tweet

Ricordo loro che oggi è fondamentale avere una identità digitale.

Ma che a questa deve corrispondere una identità reale.

Purtroppo non sembrano vederla come me.

Diffidano da chi alimenta molto una propria identità digitale.

Credono che poi l’identità reale che corrisponda sia debole, incerta, “farlocca”.

Più spingono in rete, più sono molli nella vita. Non alimentiamo una identità che non abbiamo e se viviamo nascosti e parliamo senza un volto è per difendere la nostra libertà. Come Banksy, come Marcos, siamo guerriglieri senza volto.

IL RAPPORTO CON L’INFORMAZIONE

Non sono una testata giornalistica.

Eppure sono autori di grandi scoop.

Come durante l’ultima campagna elettorale.

Ma GialloParma che rapporto ha con il mondo dell’informazione?

Viviamo in un mondo in cui i professionisti dell’informazione sono i primi a dire balle spaziali. Al soldo di potenti e “potentucoli” di turno. Noi siamo estranei a quel mondo, andiamo a “sboccio”. Provando a immaginare fatti che, talvolta, accadono. Non sappiamo se sia intuito o fantasia. Ma talvolta succede.

Mi portano l’esempio del neo-rieletto sindaco Federico Pizzarotti.

Che il collettivo social sembra gradire parecchio.

Ma per una ragione ben precisa.

Ci piace in quanto perdente come noi. Lui si reputa un vincente, ride sempre e soprattutto non sa di essere del PD già da un paio d’anni a questa parte. Recita una parte, è perfetto per i vari Mentana e Gruber, una manna per i professionisti dell’informazione. Anche a noi piace molto, ma solo in quanto perdente. A proposito di perdenti, non ti stiamo nemmeno a parlare di centrodestra e PD…

IL FUTURO SUL WEB

Ma questi indomiti guerriglieri senza volto come vedono il loro futuro?

Il nostro futuro social è nelle mani di Allah (e di Flavio Cattaneo di Telecom). I social evolvono rapidamente quindi non sappiamo dove andremo a sbattere, di certo Twitter ci dà oggi parecchio godimento e non abbiamo intenzione di mollarlo.

I follower possono stare tranquilli: GialloParma ci sarà ancora.

Forse anche in forme di comunicazione diverse.

Lo si intuisce dall’ultima dichiarazione che mi rilasciano.

Il punto è che Twitter con foto e video assomiglia sempre più a Facebook, ma anche su questo staremo a vedere…

Insomma, con loro in giro nessuno può dirsi al sicuro.

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