Mentre ai Fori Imperiali di Roma sfilano 400 Sindaci di altrettanti Comuni d’Italia, il Primo Cittadino di Berceto (paese in Provincia di Parma) inscena un’altra delle sue singolari proteste contro lo Stato, reo – secondo Lucchi – di sottrarre ingenti risorse da tasse e imposte comunali. E dichiara di non volersi candidare alle Elezioni Comunali del prossimo anno nella città ducale: “Parma deve avere come sindaco un suo concittadino”.
Parma, 2 Giugno 2016 – La tradizionale parata militare ai Fori Imperiali di Roma per le celebrazioni del 70esimo anniversario della Festa della Repubblica si è aperta, per la prima volta nella storia d’Italia, con la sfilata di 400 sindaci di altrettanti Comuni del nostro Paese. Testa alta, petto in fuori e fasce tricolori in bella vista, i Primi Cittadini simboleggiavano – ha dichiarato il Ministro della Difesa Roberta Pinotti – « l’impegno comune nel contribuire insieme alla ripresa e alla crescita dell’Italia ». Ma uno di loro ha deciso di trascorrere la Festa della Repubblica in modo “alternativo”: per le vie del Centro Storico di Parma, inscenando l’ennesima, singolare protesta: è il Sindaco di Berceto Luigi Lucchi.
2 Giugno, Festa della Repubblica con protesta per @LucchiSindaco. La palla da carcerato al piede: Condividi il Tweet
Vestito in giacca e cravatta e indossando la fascia tricolore, il Sindaco di Berceto si è presentato con una vistosa palla da carcerato al piede (come si può notare dai dettagli nella fotogallery del bravissimo Marco Vasini su La Repubblica Parma) distribuendo un volantino ai passanti contenente le motivazioni della sua pittoresca protesta.
Per Lucchi lo Stato, dal 2012, ha messo una palla al piede ai Sindaci dei piccoli Comuni, obbligandoli (con la riscossione di imposte e tasse comunali tramite il modello F24) a foraggiare così i Comuni più grandi e spreconi. I cittadini dunque pagano convinti che quei soldi saranno utilizzati dal proprio Comune di appartenenza per servizi come strade o scuole; ma non è affatto così e lo Stato incassa restituendo solo una minima parte di ciò che percepisce, riducendo i Sindaci a veri e propri gabellieri (questo il termine esatto usato da Lucchi).
Lucchi non è nuovo a queste particolari forme di dissenso: nel 2013 andò in onda nel programma Piazza Pulita, su La7, in mutande e fascia tricolore per protestare contro le tasse e il taglio dei fondi ai Comuni. Lo scorso novembre decise di servire ai tavoli di un ristorante per racimolare fondi da impiegare nell’acquisto di una corona di fiori da deporre sulla lapide commemorativa di Berceto ai Caduti della Prima Guerra Mondiale. E qualche mese fa ha posizionato un grosso sacco da boxe davanti l’entrata del suo Comune con un messaggio: “Cari concittadini, considerando il nostro bilancio, derubato prevalentemente, dal 2012, dallo Stato, sfogateVi prima di entrare, ma anche dopo”.
Conosco Lucchi da diversi anni e so quanto si batta per il suo Comune, il territorio che ha a cuore e le persone che lo abitano; così ho deciso di raggiungerlo per porgergli qualche domanda sulla sua protesta e sul suo futuro. E lui è stato disponibile come è suo costume, fugando anche i dubbi sulla sua possibile candidatura nella corsa a Sindaco di Parma per le elezioni del 2017. « No, non mi candido » è la sua risposta secca, spiegando prontamente le ragioni di questa scelta.
“Leggo la Costituzione, conosco la Costituzione, come Sindaco, a inizio mandato, giuro sulla Costituzione e ho la certezza che non è rispettata dal Presidente della Repubblica, dal Governo, dal Parlamento. Tutto questo è intollerabile, non accettabile e soprattutto crea un animo rabbioso quando si vedono queste Figure, veri sepolcri imbiancati, che rappresentano le Istituzioni, a celebrare la ricorrenza del 25 aprile e del 2 giugno. Quando si sentono queste Figure Istituzionali a fare discorsi vuoti, direi falsi, retorici, sui valori della Resistenza, della Costituzione, del Popolo Sovrano, della Democrazia. Queste cerimonie, dall’alto significato morale e simbolico, andrebbero precluse, vietate, a queste facce da tolla, di bronzo.
Come uomo delle Istituzioni, Sindaco, effettivamente eletto con voti veri dei miei concittadini, ho il dovere di trovare il coraggio, di succhiarlo dalle lapide dei martiri disseminate, come monito, in tante parti della mia montagna, di rifarmi al coraggio e alle sofferenze dei martiri e difendere la mia Comunità dai nuovi invasori, barbari, ladri di Democrazia e benessere. Sicari di diritti.
Per questo, ancora una volta, come ne sono capace, cerco di superare il muro di silenzio, il muro di gomma, la coltre di falsità che deturpa ogni diritto/dovere dei cittadini ritenuti, ormai, sudditi, schiavi.
Con tutta la rabbia che ho in corpo, accresciuta ogni giorno dal non poter rispettare i diritti dei miei concittadini,nell’importante ricorrenza del 2 giugno (nascita della Repubblica attraverso il voto del Popolo Sovrano con il Suffragio Universale), grido che la COSTITUZIONE va rispettata.Il sonno della ragione, infatti, genera mostri. Noi, popolo Italiano, troppo mite e disinteressato alla cosa pubblica, li abbiamo generati.
IO NON CI STO!”
(Luigi Lucchi Sindaco di Berceto).