Nell’ora più buia della storia del Pd c’è una spiegazione per cui – indipendentemente dalla scissione o meno – il vero vincitore dello scontro sarà comunque Matteo Renzi: è la (sua) comunicazione l’asso nella manica che gli consente di annientare i “dinosauri” della politica
Stamane mi è caduto l’occhio su una lettera che un lettore indirizza al giornalista Beppe Severgnini e che quest’ultimo pubblica sul suo blog del Corriere della Sera, Italians. Il lettore pone l’accento sulla comunicazione usata da Matteo Renzi nello scontro fratricida che si sta consumando alla direzione del Pd. Dopo una attenta analisi dello stile comunicativo renziano, Marco (questo il suo nome) si chiede “se questa è una comunicazione efficace per il leader di un partito pluralista che deve tenere assieme molteplici correnti di pensiero”.
Perché #Renzi e la (sua) #comunicazione abbatteranno comunque i dinosauri #dem: Condividi il Tweet
Non intendo sostituirmi a Severgnini, ma una riflessione in proposito mi piacerebbe farla. A partire dalla risposta alla domanda del lettore: sì, è una comunicazione non solo efficace, ma che gli consente già di vincere a prescindere da quello che sarà l’esito della querelle democratica. I punti della comunicazione renziana sono fondamentalmente tre:
Ironia. Ha la battuta sempre pronta e ben studiata: non usa solo l’istinto, ma riflette molto e bene su una cosa prima di affermarla. Inoltre non è solo ironico, ma anche auto-ironico: aspetto affatto non secondario, poiché il non prendersi troppo sul serio lo avvicina di più ai suoi interlocutori.
Sarcasmo. Non teme i nemici e i detrattori, dunque non teme il confronto e durante una discussione o un intervento si lascia volentieri andare a espressioni sarcastiche che destabilizzano i suoi interlocutori. Non sai mai dove ti sta portando con le sue battute a effetto.
Linguaggio non-verbale. Qui è strepitoso. Persino più dei suoi stessi imitatori. Ha una mimica attoriale e una gestualità prepotente, ma non lascia comunque nulla al caso. E se fa una gaffe, ci ride su: tutti elementi che indispongono i nemici, innervosendoli e deconcentrandoli.
In sostanza, l’ora più buia del Pd vedrà comunque la vittoria di un fuoriclasse che sbaraglia con facilità i rivali. Perché mentre D’Alema è rimasto ancora alla comunicazione visiva, al “ti guardo e taccio per farti passare da scemo”; mentre Bersani è ancora lì a pensare a quale metafora sciorinare; mentre Emiliano non ha ancora finito pranzo e mentre Prodi (bè, lasciamo stare)… Renzi li fagocita in un sol boccone, piaccia o non piaccia.